Selene Sant’Agata – Podenzano: 57 – 51 (13-10, 26-25, 44-39)
Podenzano: Pirolo P. 11, Fermi, Rigoni M. 14, Petrov 10, Rigoni F. 4, Fumi 8, Galli 4, Alessandrini. All. Locardi-Bertuzzi
Il lato oscuro del Podenzano basket è andato di scena nella seconda giornata della ‘poule promozione’ di serie D, venerdì a Sant’Agata sul Santerno sede della Selene che nella scorsa stagione arrivò fino alla finale playoff.
Gialloblù rimaneggiati, senza Fellegara che per la rottura del crociato sarà fuori per diversi mesi, e anche facendo a meno di Coppeta e Marco Pirolo. Squadra corta quindi per la trasferta nel ravennate che nascondeva parecchie insidie.
Dai primi 3 minuti senza segnature, tutto lasciava presagire una serata storta: tale è stata, non solo per gli ospiti ma anche per i locali: i canestri sembrano ricoperti di cellophane da tanto respingono i palloni dei tiratori, e i 50 rimbalzi complessivi di Podenzano testimoniano quanto si son dovuti recuperare palloni.
Extra lavoro per Paolo Pirolo che, per di più claudicante per un problema al piede trascinato da parecchio, deve fare a sportellate con i grossi e lunghi piloni ravennati.
Podenzano non riesce mai a mettere la testa avanti: per i primi 20 minuti è sempre Selene che avanza di pochi punti e Podenzano recupera, in una sorta di ping pong cestistico dove entrambe le squadre non trovano modo di allungare.
Le percentuali rispecchiano una partita che definire “brutta” è un eufemismo: 30% dal campo e 20% dell’arco non potevano offrire uno spettacolo gradevole, nonostante la doppia doppia di Matteo Rigoni (14 punti, 13 rimbalzi).
Podenzano resta comunque attaccata fino quasi alla fine, dove sotto di 4, un tentativo di Pirolo da 3 danza sul ferro in un modo irreale, scaturendo poi in un contropiede che trasforma un potenziale -1 in un -6 per Pode. Selene in controllo, trova i due punti nei possessi finali.
Coach Locardi: “Non parlerei di occasione persa perché a conti fatti siamo stati sotto 40 minuti. Unico rammarico al netto delle percentuali che fanno parte del gioco, capita di tirare meglio o peggio, è di aver avuto più di un’occasione nel quarto periodo di agganciare Selene, e invece li abbiamo sempre lasciati correre via ogni volta. Alla fine purtroppo eravamo largamente rimaneggiati. Un grande in bocca al lupo a Tommaso Fellegara per gli esiti del grave infortunio e noi dovremo trovare un altro modo di giocare, perché lui era un punto di riferimento. Ci ricostruiremo con la serenità, abbiamo tutto il tempo necessario senza ansia e pressioni.”
Nella foto: Matteo Rigoni